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lunedì 21 marzo 2011

Roma da pacer : un museo a cielo aperto

"Fare l'assistente di gara vuol dire correre per gli altri, chi vuol correre per se stesso eviti di farlo e corra per se stesso", cosi il prof. Fulvio Massini introduce l' incontro con chi si deve prender cura di far fare il tempo agli altri.
Niente di piu' giusto, questo e' l'assistente di gara, o pacemaker che dir si voglia.
Un assistente di gara deve conoscere il percorso, deve sapere dove si puo' guadagnare e dove si puo' perdere, dove incitare e dove soprassedere, deve saper passare i rifornimenti a piu' maratoneti possibili, deve saper tenere l'entusiasmo nel gruppo che si forma.
Fare il pacer delle 3 ore ha i suoi risvolti positivi ma anche e soprattutto quelli negativi.
Perche' dico questo? Perche' 3 ore e' il muro da abbattere, e' il sogno di tanti scendere sotto le 3 ore, quindi l'obbiettivo e' 2.59.59 perche' quel sogno si avveri.
Roma e' un percorso difficile, molto affascinante, molto suggestivo, passare tra i vari monumenti che il mondo ci invidia non ha prezzo, e come dico nel titolo, la maratona di Roma e' un museo a cielo aperto.
La prima parte del percorso si puo' considerare scorrevole, diciamo che fino al 23^ km il percorso e' praticamente pianeggiante, si snoda tra l'ostiense, la basilica di San Paolo, Testaccio, San Pietro con la citta' del Vaticano e lo stadio Olimpico....poi una parte un piu' cupa fino al 32^ per ritornare in centro dove le bellezze della capitale si presentano in tutto il suo splendore.
E qui la maratona presenta il suo conto.
Iniziano i sanpietrini, sconnessi, sempre spaccapiedi e caviglie, i muscoli risentono della fatica, le salitelle di della fontana di Trevi, del Campidoglio, del Circo Massimo e la finale del Colosseo mettono a dura prova i maratoneti e in tutto questo gli assistenti di gara devono saper moderare il ritmo lungo il percorso al meglio per poter far arrivare i propri "angeli" nel miglior modo possibile.
Il gruppo delle 3 ore e' formato da chi puo' andar piu' forte e da chi ci tenta anche se l'impresa e' difficile, e proprio per questo si parte in 500 e si arriva forse in 15, perche' chi ne ha dopo il 30^ se ne va, mentre chi e' alla canna del gas si perde sperando di poter fare tesoro di quello che ha messo in cascina.
Ieri noi 5 assistenti abbiamo fatto il meglio di quello che si potava fare, abbiamo cercato di essere il piu' costanti possibili, siamo passati in 1.29.45 alla mezza, considerando che la seconda parte era piu' dura, abbiamo tenuto il gruppo piu' compatto possibile finche' abbiamo potuto, abbiamo spronato la gente ai bordi ad incitare i nostri passaggi, e devo dire che Roma ha risposto molto positivamente, abbiamo chiuso in 2.59.50, quello che dovevamo fare.
Un' altra giornata che mi ha dato molta soddisfazione.
Spero di aver regalato emozioni e sogni.
Alla prossima,

Diabolik

2 commenti:

  1. Prima o poi ne correrò una dove tu mi fai da pacer...
    Bravo Gianni!
    P.S.
    io farò quella di Milano il 10 Aprile..tu?

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